lunedì 5 maggio 2008

28. BRUFOLO, PAPERO FLANEUR E LE GUARDIANE DEI FERMAGLI












Da qualche tempo, nel nostro canneto vive un papero francese: la Sig.ra Layla parla bene il paperese d'oltralpe, e così... Brufolo è arrivato una sera di maggio, per uno scambio paperile con il canneto di Le Paperot, in Paperogna Orientale. Il suo vero nome sarebbe  Brufole de Saint-Cannet-sur-Loire, ma qui tutti lo chiamano semplicemente Brufolo. 

Non è che stia simpatico a tutti: Brioscino, ad esempio, trova che mangiare il prosciutto crudo in una brioche sia proprio da anatra, e così Becchetto; Paperello, invece, non ama il suo accento francese, che trova un po' sdolcinato; Contolo Soldini, inoltre, è molto preoccupato perché, visto che Brufolo è sempre contento, la spesa in Becchetti Felici è davvero enorme... alle paperelle, invece, piace molto: è gentile, galante, educato, elegante, profumato, e ha sempre le piumette ben pettinate; dice sempre "merci, madame", "s'il vous plait", "enchanté" ecc., e le manda in visibilio; è maestro nel più signorile dei bacia-aletta; si inchina sempre con grazia, e conversa amabilmente su qualunque cosa.

La sua felicità nasce dal fatto che è un vero, autentico flaneur: cioè, ama passeggiare, di sera, per le strade e le piazze del canneto, e ne ammira tutti gli angoli nascosti, sorridendo ovunque, fermandosi spesso a contemplare e a meditare con soddisfazione.
E' stato Lord Paper a fargli scoprire questa passione: in suo onore, ha tenuto una dotta conferenza su Walter Paperjn, celebre filosofo paperile, che molto amò la terra di Francia; e ha parlato della flanerie, cioè della gioia di passeggiare, della quale molto ha scritto, appunto, Walter Paperjn.
Brufolo ne è rimasto folgorato: al termine della conferenza, si è intrattenuto a lungo con Lord Paper sul dotto argomento. Lord, si sa, è sempre contento quando può spiegare qualche cosa a un paperino: a un papero d'oltralpe, poi... lui, che parla tutti i dialetti paperesi del mondo, ad eccezione del siberiano meridionale!

Insomma, ogni sera, appena vede i raggi del crepuscolo, Brufolo si pettina le piume, si profuma di ottima colonia (che a Brioscino sembra semplicemente "puzza di anatra" - ma, si sa, Brioscino ha idee tutte sue), si aggiusta un cravattino elegantissimo, sfodera un sorriso a tutto becco e... esce a passeggiare nel canneto.

Percorre lentamente Piazza del Papero, fermandosi a contemplare una statua di Paper Carnera che sta in un angolino, ma che a lui piace molto (anche a noi, per la verità: Paper Carnera era un caro amico, ma da tempo non abbiamo sue notizie).
Sale poi alla Terrazza delle Onde e delle Foto, dove ammira alcuni tra i gioielli della Sig.ra Layla, e conversa amabilmente con i passanti. 
Si reca al Balcone dell'Argento, dove ammira e sospira. 
In Piazza del Papero Studioso, poi, che è meglio illuminata, contempla i quadri di Chapap, e quindi si reca a far visita a Papereta e Cockerice sotto il Big Quack (Orologio Grande del Canneto).
Nel Corso dell'Armadio e delle Scarpe, inoltre, si arrampica a vedere il Canneto dall'alto del Bassorilievo delle Due Signore Assai Gentili, opera di uno zio della Sig.ra Layla. Dopo averle salutate, torna in Piazza del Papero Studioso e sale alla Statua del Vecchietto che Dipinge, sempre opera di uno zio della Sig.ra Layla: da lì, si vede davvero un ampio panorama del Canneto, e due candelabri vengono accesi ogni tanto, a sua richiesta.

E' il bagno, però, il luogo che gli piace di più: anzi, la Riva Bella del Papero Pulito, come la chiama lui. Qui ha conosciuto le Guardiane dei Fermagli, e passa ogni sera a trovarle: si siede sulla passamaneria, o si accomoda su una applique, e bla-bla-bla... chiacchiera per ore. penso che sia innamorato di una delle due, o forse di entrambe... non gli dico nulla, però: i paperini sono molto pudìchi nei confronti dei loro sentimenti.

giovedì 1 maggio 2008

28. ASTRONAVI E DISCHI VOLANTI


- Comandante Trippolo a Torre di Canneto… mi sentite, Torre di Canneto?

- Qui Torre di Canneto, vieni avanti, Comandante Trippolo…

- Astronave “Laghetto Argentato” chiede autorizzazione all’atterraggio… io e il Vice-Comandante Brioscino portiamo il caffè alla sig.ra *****…

- Concessa, "Laghetto Argentato"… ma fa’ attenzione, Comandante Trippolo: la pista è abbastanza corta…

- Grazie, Torre di Canneto… ci vediamo a  colazione… passo e chiudo…

 

- Comandante Trippolo a Torre di Canneto…

- Vieni avanti, Comandante…

Il mio secondo, il Vice-Comandante Brioscino, chiede se la stazione orbitante è fornita di brioches…

- Tranquillizza il Vice-Comandante: la stazione ha tutto ciò che serve per il vostro rifornimento…

- …il Vice-Comandante chiede che gliene si scaldi una…

- Va bene, Comandante… passo e chiudo.

martedì 29 aprile 2008

26. ASTRONAVI E DISCHI VOLANTI 2



- Qui Comandante Trippolo a Torre di Canneto... 
- Vieni avanti, Comandante Trippolo...
- ...ricognitore "Paper" in missione di ronda anti-anatra nei cieli del Canneto chiede autorizzazione al decollo...
- Autorizzazione concessa, Comandante... decollate pure....

* * * * * *

- Qui Comandante Trippolo a Torre di Canneto...
- Qui Torre di Canneto, vieni avanti Comandante...
- Disco volante "Fata del Lago" chiede autorizzazione al decollo per un giro di divertimento paperile nei cieli del Canneto...
- Autorizzazione concessa, "Fata del Lago"... quali sono i vostri passeggeri?
- Io, Comandante Trippolo; mia moglie Trippola; Bombolo e il dott. Contolo Soldini...
- Il Vice-Comandante Brioscino non è con voi?
- No, Torre di Canneto: sta mangiando nella scatola del biscotti...

martedì 22 aprile 2008

25. NUOVO CINEMA PAPERINO - BRIOSCINO MI RACCONTA UNA PUNTATA DEL COMMISSARIO QUACK (IL SUO TELEFILM PREFERITO)


Nella foto Paper:
Comandino il Saggio inaugura il Nuovo Cinema Paperino

Per festeggiare l'imminente compleanno di Pìccionlo, che è poi anche l'anniversario di fondazione ufficiale del Canneto, mi sono consultato a lungo con la Fata del Lago: non è difficile parlarle, basta andare in riva al lago nelle notti di luna piena, anche quando piove, avere un po' di pazienza, sbriciolare sull'acqua, appena sulla battigia, là dove l'onda delicata fa un po' di spuma bianca, qualche briciola di pane buono, e aggiungere due o tre petali di rosa - la Fata, che è molto gentile, gradisce sia i petali di rosa, che sono per lei, sia i bocconi di pane, che sono ovviamente per qualche paperino che lei sa; e allora, ti ascolta con attenzione.

L'idea è stata sua: un ovetto nuovo! Ma bello, grande, luminoso - con dentro un bel salottino per il Genio nell'Ovetto, e anche una ricca biblioteca: il Genio, si sa, è molto colto, e ama la latteratura paperile, soprattutto Emily Paperson e Canneton de Saint-Expapery. Pìccionlo, se vorrà, potrà continuare a portarsi in giro il vecchio ovetto, a cui è molto affezionato; ma il Genio, certamente, starà meglio, e anche lui sarà molto contento.

Inoltre, quando la Fata del Lago fa qualcosa, si sa che lo fa in grande: l'ovetto luminoso, quando il Genio lo desidera e Pìccionlo è d'accordo (nulla, nel Canneto, avviene senza il suo almeno implicito consenso), a guardarlo da fuori diventa il Nuovo Cinema Paperino!

Riuniti attorno all'ovetto luminoso, appena è sera, i Paperini vedono sulla superficie chiara dell'ovetto le loro storie preferite: 
Brioscino e Becchetto guardano le storie de Il Commissario Quack, papero poliziotto; 
Paperello d'Assisi si rivede Paperino pane e vino
Gongolo e Gongola si godono Tutti insieme non anatrosamente
Trippolo ha a disposizione le nuove puntate di Ben-Quack, che gli piace molto, soprattutto nella scena della corsa delle anatre; 
Filastrocco contempla Pippi piume lunghe
Lord Paper esamina un documenario sulla letteratura paperile minoico-cretese, in paperese del nord con sottotitoli in paperese antartico; 
la Sig.ra Brùtola, la maestra, guarda I ragazzi dell'ovetto e Ladri di paperette;
Chanel, paperina affascinante, ama rivedere Nuotatina da Tiffany
e così via.

Pìccionlo è molto contento; Comandino il Saggio in persona è venuto a inaugurare il Nuovo Cinema Paperino; il Genio non sta più nelle piume da quanto gli piace; Contolo calcola gli incassi in Becchetti felici (la moneta del canneto), e gli sembra di non essere mai stato così ricco.

* * * * * * * * *

Brioscino è molto felice stasera: ha visto una bellissima puntata de Il Commissario Quack.

Le cose, dice lui, stanno così: in Riva del Papero, o nelle vicinanze, succede una cosa brutta (cosa sia una cosa brutta, Brioscino non saprebbe esattamente specificare; ma il concetto generico gli basta); viene chiamato il Commissario Quack, che indaga.

Il Commissario Quack non ha una lira, va in giro su una Punto rossa, è un po’ grassoccio e comunque non capisce niente. Per fortuna, il Commissario Quack ha un amico: Paperex, un paperino sveglio e molto carino, dai riflessi gialli intelligenti. 

Paperex, con il suo becchetto astuto, individua il cattivone: sta fuggendo a bordo della Punto rossa del Commissario Quack, che anche un ladro monco saprebbe rubarla da tanto che sono stupide le sue portiere, ma si è accorto che va pianissimo, e allora si è fermato qualche metro più in là per rubare una macchina decente. 

Paperex, saltando con agilità da un cornicione all’altro, piomba in macchina dal finestrino aperto, si inerpica fino allo specchietto retrovisore e lo afferra con le sue potenti alette, girandolo verso il viso del cattivone. 

Il cattivone, vedendo la propria immagine riflessa nello specchietto, si spaventa da tanto che è brutto; e infatti, un cattivone può solo essere brutto, perché è cattivo. 

Paperex, allora, gli spiega che è esattamente così: lui è brutto perché è cattivo, a differenza di Paperex, invece, che è bello, particolarmente di profilo, perché è un paperino buono. 

Disperato, il cattivone vorrebbe affogare nella cioccolata calda, perché sa di essere brutto e cattivo; ma Paperex gli spiega che basta diventare buoni per diventare belli, esattamente come lui. 

Il cattivone, allora, diventa buono, e di conseguenza sembra già più bellino; assieme a Paperex, torna dal Commissario Quack, che non lo arresta più, per due motivi: 
primo, il cattivone è diventato buono; 
secondo, ma lo vedete il Commissario Quack che riesce ad arrestare qualcuno? 

Per ringraziare Paperex, l’ex-cattivone, il Sindaco, il Papa, Winny-the-Pooh, i Tre Porcellini, Biancaneve, il Presidente e il Commissario Quack vanno insieme in pasticceria, dove a Paperex vengono offerte ottime brioches; naturalmente, viene invitato anche Brioscino, che è l’amico fraterno di Paperex. 

La piazza principale della città viene dedicata a Paperex, e la Sig.ra ***** viene a inaugurare, commossa, un monumento a Brioscino esattamente al centro della vasca dei pesci che sta in mezzo alla piazza, perché Paperex così ha voluto; i due avranno, d’ora in poi, libero accesso e un tavolino riservato in tutte le pasticcerie del centro.

Io la scrivo, così come Brioscino me la racconta con le sue piumette loquaci – che Brioscino abbia ragione? Chissà... Cioè, i paperini sanno che essere cattivi significa essere brutti, e che essere brutti proprio non va bene – essere brutti è una cosa che si ha dentro, e significa essere cattivi come si vede fuori… 

Va bene, spiegami tu, Brioscino: io scrivo esattamente quello che tu dici – e in azzurro, come piace a te:

“…cioè, oggettivamente: se un’anatra è anatra, è brutta, perché dentro è cattiva, e fuori, di fatto, si vede; se dentro uno è buono, è anche abbastanza carino, cioè, insomma, oggettivamente, si vede che è buono e si sta bene vicino a lui; cioè, oggettivamente, ci si gioca volentieri e ci si va anche in pasticceria, a prescindere, di fatto, dall’estetica, che anche quella di te Sig. Paper, oggettivamente, non è poi gran che, a differenza, di fatto, di quella della Sig.ra ***** e anche della mia di me Brioscino”.

giovedì 17 aprile 2008

24. PICCIONLO E IL GENIO NELL'OVETTO




Nelle foto Paper:
2. Piccìonlo con Comandino il Saggio (sono molto amici)
1. Pìccionlo, fondatore del nostro Canneto


Da poco, mi ero fidanzato con la sig.ra ***** - o meglio, le avevo chiesto se voleva sposarmi, ma lei sostanzialmente non era molto decisa, cioè, adesso dice che era sorpresa e stupìta e trasognata ecc. ecc., ma in sostanza mi ha fatto aspettare 15 giorni (15!!!) senza neanche una telefonata. Poi, sua sorella le ha detto che uno come me, cioè un papero di lago, era perfetto per una come lei, cioè una papera di lago, e che insomma cosa aveva da pensarci su? Dove lo trovava un altro papero di lago, futuro capo-canneto, che potesse capirla come me? E poi, io sono un papero abbastanza divertente, e scrivo delle belle storie paperili; non sarò bellissimo, ma sono tanto; sono sempre stato poverello, ma a queste cose la sig.ra ***** non ha mai badato.

Insomma, un giorno vado al vivaio che si chiama Fior di Valle (e che la sig.ra ***** ha sempre chiamato Valle Verde, perché lei coi nomi proprio non ci va d'accordo...), per prenderle qualche rosellina rossa; la primavera aveva imbiancato tutta la vallata dei ciliegi, dove ancora abitavo in un canneto solitario, e le rondini mi indicavano esattamente la strada con rapidi caroselli appena al di sopra del cofano della mia macchina, e mi dicevano anche che, se mi sbrigavo, l'avrei trovata in casa.

Alla Valle Verde ci sono fiori e piante, e anche la casa di Babbo Natale aperta chissà perché tutto l'anno, con gnomi e nani, miniera, musichetta, binario e carrello del carbone, ecc. ecc. Sento una voce che mi chiama per nome, mi guardo intorno, e... in un mazzo di fiori freschi già pronto, un po' troppo campagnolo per i miei gusti ma non troppo costoso, vedo un paperino. Mi guarda col becco all'insù, e con le alette regge un nido, e nel nido c'è un ovetto.

"Ciao", gli dico.
"Ciao", mi dice. "Mi liberi?", aggiunge. "Sono almeno 15 giorni che ti aspetto... certo che la sig.ra ***** potrebbe anche decidersi, accidenti..."
"Avrà i suoi motivi...", dico con poca convinzione.
"Ci penso io", risponde. "Tu portami da lei".
"Vabbè", gli dico.

Pago il riscatto alla cassiera, e compro ovviamente il mazzo di fiori: le anatre, si sa, oltre che astute sono anche tirchie e avide, e le pensano tutte pur di arricchirsi.

Arrivato dalla sig.ra *****, che gradisce molto i fiori anche se mi guarda con una certa aria tra lo stupìto e lo spaventato - in effetti, uno che ti vuole sposare provoca sicuramente una certa preoccupazione... - il paperino esce allo scoperto, e sussurra qualcosa all'orecchio della sig.ra *****. Lei sorride, mi guarda, si gira e va in cucina. Io penso: "Ma cos'hanno da confabulare questi due?"

Torna con in mano uno strofinaccio bianco, candidissimo, di quelli che lei usa per pulire l'argento, e si mette a strofinare l'ovetto, mentre il paperino fa segno di approvare con il becco.
"Così, Pìccionlo?", gli chiede la sig.ra ***** con la sua voce incredibile: ha mille sfumature, mille timbri, e io l'ho sempre amata.
Pìccionlo fa segno di sì...

Dall'ovetto, come per magia, esce una nuvoletta bianca, che si innalza nella stanza, a mezz'aria, e prende la forma... di un papero d'oriente! Ma proprio d'oriente, con babbucce, turbante, pantaloni di seta svolazzante e tutto! Un papero vaporoso, fluttuante, che fa un inchino gentilissimo alla sig.ra *****, un saluto a me, e strizza l'occhiolino a Picciolo.

Il genio nell'ovetto! Ne parlano antiche leggende paperili, e tutti i paperini ne hanno ascoltato le storie meravigliose alla Scuola Grande del Canneto e nelle voci dei Cantastorie paperili di ogni tempo!

In men che non si dica, le finestre si aprirono, la casa brillò di luce primaverile, i mobili di legno antico l'accolsero con gioia, le tende fremettero di piacere, e il profumo dei ciliegi entrò vivace e penetrante, mentre le fronde dell'abete grande si piegarono verso il balcone oscillando e mormorando; le vigne e le erbe, i gelsi e i castagni, assieme alle rondini, a tutti i passeri della collina e a un coro di piccioni che si era ordinatamente posato sul davanzale, a un segnale di Piccionlo si misero a cantare la marcia nuziale di Mendelssohn.

Inutile dire come finì: la sig.ra ***** acconsentì a sposarmi, e ci sposammo poco dopo. Pìccionlo vola spesso nella nostra casa, dove è venuto ad abitare, felice di ritrovarci ancora insieme. In un certo senso, è il fondatore del nostro canneto.

Il genio nell'ovetto, per lo più, fa capolino ogni tanto, ma ogni volta le finestre si aprono, passeri e piccioni cantano, l'abete si curva verso la casa anche se adesso abitiamo da un'altra parte, e ci manda il suo profumo assieme a quello dei fiori di ciliegio della valle ormai lontana. Ho provato qualche volta a fotografarlo, ma è impossibile: sulla foto esce solo una nuvoletta bianca.

lunedì 14 aprile 2008

23. SPIDER-QUACK E I PAPERI VAGANTI







Nelle foto Paper:
1. Spider-Quack e i Paperi Vaganti sul mestolo della cucina
2. e 3. Spider-Quack e i Paperi Vaganti sulla caldaia del bagno
4., 5. e 6. Acrobazie a mezz'aria dei Paperi Vaganti

Da quando Comandino ha preso possesso del suo Canneto (ora, si sa, è Comandino il Saggio, Capo-Canneto di Garda Est: di lui, si raccontano meraviglie... tra l'altro, è anche il mio Capo-Canneto: abbiamo lo stesso grado, perché anch'io sono Capo-Canneto, ma io sono responsabile di una Delegazione di Sotto-Canneto che dipende da Garda Est, dunque...), Brioscino è davvero triste: sta tutto il giorno sotto le coperte, o nascosto tra i divani del salotto, mangia biscotti senza farcirli né di marmellata né di miele, e ha lasciato intatti sul tavolo della cucina un paio di cioccolatini che avevo finto di dimenticare dopo averli rumorosamente scartati... non credevo che fossero così amici.

Comandino telefona tutti i giorni, anche due o tre volte: solo allora, Brioscino si rianima, ma poi torna a rattristarsi. Domattina lo porto da Comandino, e lo lascio là per un paio di giorni, così si tira un po' su. Del resto, così è la vita del papero: oggi qua, domani là...

Per rallegrare Brioscino, Comandino ha inviato in missione temporanea nel mio Sotto-Canneto un famoso acrobata del Circo dei Paperi, Spider-Quack, con i suoi assistenti, i Paperi Vaganti: sono celebri in tutti i Canneti d'Europa, ed è un onore averli qui con noi per qualche giorno. Sui mestoli della cucina, ma soprattutto sulla caldaia del bagno, Spider-Quack e i suoi assistenti compiono ardite evoluzioni, molto apprezzate soprattutto dalle paperine, che stanno tutte con becco all'insù...

Brioscino fa finta di niente, ma si vede che comincia un po' a star meglio.

domenica 13 aprile 2008

22. RISVEGLIO DI COMANDINO - INSEDIAMENTO DI COMANDINO IL SAGGIO A GARDA EST




Nelle foto Paper:

1. e 2. Comandino al risveglio,

bello e lucente come aveva detto la Fata del Lago,

con le insegne azzurre di Capo-Canneto, tra lo stupore dei paperini

3. Primo piano di Comandino il Saggio, Capo-Canneto


Che giornata meravigliosa!

Comandino, al risveglio, non solo era bello e grande e lucente come aveva detto la Fata del Lago (e la Fata del Lago, si sa, non parla mai a vanvera), ma il suo sottocoda era perfettamente intatto! Un sottocoda da non credere!

Le paperine erano già in faccende dal mattino, perché una festa d’insediamento di un capocanneto è un evento memorabile, e bisogna preparasi a lungo, farsi belle, lisciarsi le penne, incipriare le piume, lucidare il becco, preparare i nastri e i cappelli da festa, fare un po’ di aletticure e via così. 

Quando si è sparsa la voce che si era svegliato, tutto il canneto si è fatto intorno al cesto delle mele, dove io e la Sig.ra ****** lo avevamo posato per la notte, imbacuccandolo tutto, così che stesse bene al caldo e che potesse riposare con tranquillità; Comandino è uscito sorridendo, stiracchiandosi, osservando le nuove ali argentate, e guardandosi felicemente intorno. Saltato giù con eleganza dal bordo del cesto, ha mosso qualche passo, e poi

“Ehilà, Brioscino” ha detto, rivolgendosi al paperino che lo osservava con curiosità e anche con un certo timore, da sotto la possente alona di Inutilio “Te la faresti una bella galoppata sul tuo vecchio amico? E poi, anche una bella gara di saltapaperino con tutti gli amici pennuti? Se Inutilio è d’accordo, ovviamente… permetti, Inutilio?”

L’esultanza, in quel momento, è stata immensa: Brioscino ha corso, giocato e saltato con Comandino assieme a Trippolo, a Zum, a Becchetto, a Bobby, a Gongolo, al Piccolo Lord e a Inutilio – e Comandino, veramente, si è comportato da papero perfetto: da vero capocanneto! Così si fa! 

E ha lodato lo charme di Chanel, l’eleganza di Trippola e di Cioccolatina, la tempestiva previdenza di Spaccapicciola, il fiocco giallo di Lelly, la prudente saggezza della Sig.ra Brutola, la felicità sorridente di Gongola; si è complimentato con Lord per la sua nuova dottissima opera, ripromettendosi di leggerla quanto prima; ha chiesto informazioni a Contolo sul computo dei becchetti felici, lasciandolo parlare a lungo e ascoltando con molto interesse; si è fatto fare da Bobby la pianta di Hide Park, e ne ha condiviso il nostalgico racconto; ha discusso con Zum sui canneti egiziani, sul buon clima e sul bel panorama del Nilo, che ha ammirato nelle parole del felice cammellino; ha consolato Frittolo, che aveva il becco lungo più che mai al pensiero di separarsi dall’amico. Vedo che, come Capocanneto, ci sa davvero fare.

“Com’è diventato bello” hanno osservato le paperine, “ed elegante, e gentile, e premuroso, e fiero, e nobile nei lineamenti, e che gesti fini, che sguardo intelligente, che modi educati…” – insomma, non la finivano più.

La giornata è stata emozionante, ma non voglio dilungarmi oltre. La Fata del Lago in persona è venuta a insediare Comandino nel suo Canneto, e a raccomandargli la sicurezza e la bontà di tutti i paperini e le paperine della riva. 

La festa è stata lunga e indimenticabile, e tutti gli animaletti amici dei paperini hanno partecipato. Il coraggioso airone, diversi gatti, la gabbianella messaggera e tutte le pattuglie dei picconi sono stati non solo inviati e festeggiati, ma anche decorati dalla Fata del Lago in persona con la Medaglia Bella del Canneto per Meriti Generosi del Papero. Tutta la sponda riluceva alla luce della luna, e l’acqua placida portava qua e là, benché mai troppo lontano, i paperini danzanti.

Siamo tornati a casa a notte alta sulla rombante papermobile, felici ma anche un po’ tristi, silenziosi, assorti.

Ogni mattina, adesso (come tutti sanno, io sono maestro nella scuola di Garda, e dunque proprio vicino al Canneto di Comandino), passerò accanto al suo Canneto, fermerò la macchina e scenderò a riva a fare quattro chiacchiere con lui; nuotare anche non posso, perché dopo devo andare a fare scuola, e non posso andarci tutto bagnato. Certo, mi mancherà qui in Vicolo ******; anche a Brioscino mancherà molto - ma spesso porterò Brioscino con me, come già Comandino mi ha chiesto di fare: lo lascerò lì da Comandino all’andata, e passerò a prenderlo al ritorno, così potrà trascorrere delle mezze giornate o addirittura delle giornate intere con il suo vecchio amico.

martedì 8 aprile 2008

21. FUGA DI COMANDINO - UN ATTACCO DI ANATRE - LA FATA DEL LAGO




Nelle foto Paper:

1. Comandino ferito attorniato dai paperini del Canneto

2. Le paperine prestano soccorso a Comandino

3. Espressione sofferente di Comandino

con il sottocoda straziato dalle beccate delle anatre.


Stavolta, Comandino l’ha combinata davvero grossa! Scappare dal canneto! Tutto solo, di notte! Ma si può? Dico: dal mio canneto?

Ebbene, sì: stanotte, cioè, poco fa, Comandino è scappato dal canneto. Con una bisaccia sulle spalle, dopo essersi annerito con il sughero bruciato il becchetto d’oro e il cappello luccicante, così da non riflettere la luce dei lampioni ed essere invisibile anche agli occhi più sapienti, è sgattaiolato fuori dal canneto quatto quatto, attraverso una porticina che aveva aperto a poco a poco nella porta blindata mimetizzandola benissimo con del cartone dipinto (chissà quanto ci ha messo, e chissà con quali sotterfugi!), si è precipitato giù dalle scale e via, eccolo all’aperto. Come avrà fatto a uscire dalla porta a vetri? Mah! Cose da matti!

L’airone di pattuglia me l’ha segnalato subito picchiettando ai vetri della camera con il potente becco, e ho fatto alzare immediatamente in volo due pattuglie di piccioni, con l’ordine, però, di seguirlo a distanza per evitargli, eventualmente, brutti incontri; e gli ho mandato dietro anche un drappello di gattini amici del canneto, per lo più ex-allievi della Scuola Grande, svegliati prontamente dall’airone, con lo stesso scopo: tenerlo d’occhio, e proteggerlo. Anche l’airone lo segue, e un altro gli ha dato il cambio sui tetti di Vicolo ****** (la sicurezza del canneto, si sa, è un’esigenza primaria, e non è bene allentare del tutto la sorveglianza, neanche per un’emergenza come questa); una gabbianella, gentilemente, fa da messaggera, e va avanti e indietro tra me, le pattuglie dei piccioni e il drappello dei gattini – così, sono sempre ben informato, un minuto dopo l’altro, della sua posizione e di ciò che sta facendo.

Uscito dall’androne - così mi mandano a dire i piccioni – ha percorso Traversa dei Fiori e poi Via dei Negozi, dirigendosi verso Largo all’Asciutto e Riva del Papero, con l’intenzione, probabilmente, di imbarcarsi in acqua sulla riva dell’Adige, sotto il Ponte delle Navi (che nella geografia dei Paperini è Ponte del Centro, o anche Ponte del Becchetto Antico ma Non Troppo, da non confondere con Ponte del Becchetto Antico e Basta, che è il Ponte romano, detto anche Ponte Pietra o Ponte della Pietra)...

ora, mi dice la gabbianella, è proprio in Largo all’Asciutto, ma… si rimpiatta dietro un angolo… sporge il buchetto brunito, che non luccica e quindi non si vede… trattiene il fiato… trema anche un pochettino, ma non è per il freddo… effettivamente, c’è freddo, perché siamo in dicembre, ma Comandino è coperto da un pullover caldo che gli ha comprato la Sig.ra ******* qualche tempo fa… perché trema, gabbianella? Cosa? Ma scherziamo? Sei sicura? Hai visto bene?

Da Riva del Papero, cioè da sotto il Ponte del Becchetto Antico ma Non Troppo, schiere di anatre salgono in fila indiana, ordinatamente, a passo di marcia, borbottando nel loro anatrese di fiume e riunendosi sul selciato di Largo all’Asciutto, affiancandosi, serrando le fila e trasformandosi in una falange anatrosa compatta che avanza minacciosamente; sul fianco, marciano gli ufficiali, che si distinguono per lo sguardo più fisso e più cattivo e per la muscolatura del becco particolarmente sviluppata; Comandino, dal suo nascondiglio, riesce a sentire quello che scandiscono con i becchi stretti, rabbiosamente; la truppa risponde con entusiasmo (anche se, da lontano, sembra solo un borbottio sinistro). Dicono così, tutti in coro:

Di Vicolo *****

Facciam mortadella

E anche:

Un canneto di meno

E il cielo è sereno

E poi:

Qualcosa non va

In questa città

Avanti con forza

Contro quella scamorza

Inutili e brutti

Becchiamoli tutti

Stupidi e tonti

Sempre son pronti

A vivere qua

Ma a noi non ci va

Quei paperi lì

Beccarli così

Beccarli e cacciarli

Lontano da qui

Da Vicolo ******

Ma con la stampella

Facciamoli a fette

Son più di sette

Noi ne facciamo

Gustose polpette

Accidenti, gabbianella! E’ un attacco di anatre contro il nostro Canneto!

Airone, ce la fai a planare e a mettere in salvo Comandino? Cosa vuol dire che no? Come? E’ in un angolo, e non hai spazio per la manovra? Neanche per una picchiata? Ma stai scherzando? Prova ancora, vedrai che ce la fai!

Gabbianella, avvisalo, che venga un poco allo scoperto – è vero che è un po’ pericoloso, ma le anatre sono ancora abbastanza lontane e così l’airone lo può recuperare al volo!

Piccioni, fate qualcosa! E voi, gattini, venire via e chiamate i vostri papà dai tetti! Presto!

Cosa fai, Comandino? Sta’ nascosto, almeno!

Come, Gabbianella? Eccolo che risale Via dei Negozi, e poi Traversa dei Fiori… ma… l’hanno visto! Una pattuglia di anatre celeri lo insegue! Corri, Comandino!

Airone, ce la fai a recuperalo? Come, no? Corre sotto le macchine per essere visto meno? Ma se l’hanno già visto! Dai, Comandino, su, corri! Tu, airone, tieniti pronto…

E’ all’angolo di Traversa dei Fiori, ma le anatre gli sono quasi addosso! Fa lo slalom tra i tombini e sale sul marciapiede, corre alla porta a vetri, la oltrepassa, non fa a tempo a chiudere, le anatre lo tallonano ormai da vicino, sente i becchi che si chiudono di scatto a pochi millimetri dalla sua coda e le grida isteriche anatrose che lo minacciano e lo insultano, sale le scale di corsa con le anatre dietro, arriva davanti alla porta blindata del canneto, io lo osservo dallo spioncino e sto pronto ad aprirgli, ma...

“Paper, non aprire!” mi grida “Non aprire, assolutamente!”

si infila con il becco nella porticina dalla quale era scappato, e resta incastrato: il becco di qua e il sottocoda di là…

le anatre gli sono addosso, dall’altra parte della porta: si sentono i colpi di becco, le grida di esultanza, e io vedo il suo becchetto stravolto dal dolore.

“Non aprire” mi dice mentre cerca di trattenere i singhiozzi “questo è l’unico punto debole del canneto, l’unica porta che non si può chiudere… come sono stato stupido, l’ho fatta io… ma resisto, lo so che hai chiamato i gatti… resisto… se mi tiri dentro, entrano anche le anatre, e poi tutte le altre, e i gatti sono ancora sui tetti…”

Mentre parla così, un miagolio improvviso e un gridare d’anatre orrendo si leva nelle scale: non solo sono arrivate già molte altre anatre, e stanno tentando l’entrata straziando a beccate il sottocoda del povero Comandino, ma le prime pattuglie dei gatti si gettano su di loro con decisione, e le anatre cominciano a indietreggiare: la battaglia, sulle scale, è furibonda. All’aperto, intanto, aironi e piccioni bersagliano di beccate le anatre che sopraggiungono, mentre altri gatti scendono dai tetti lungo le grondaie per prendere parte al combattimento.

“Ci sono i gatti, Comandino…” gli dico “adesso ti tiro dentro, dammi le alette…”

“No” mi dice, “devo essere sicuro, prima… oh, speriamo, questa porta l’ho fatta io… come sono stato stupido… non si può chiudere…”

Passa qualche minuto, e nelle scale comincia a tornare il silenzio – i gatti inseguono le anatre all’aperto, e il clamore va già verso Riva del Papero.

“Ora basta, Comandino, dammi le alette… su, così… eccoti dentro… presto, l’infermeria…"

Prendo Comandino, che soffre terribilmente, e lo adagio a pancia in giù su un comodo cuscino che la Sig.ra ****** ha preparato nel cesto delle mele; il sottocoda, in effetti, è in pessime condizioni, sempre ammesso che di sottocoda si possa ancora parlare.

“Come sono stato stupido…”, continua a dire, “stupido…”

Ma…

…tutti i paperini gli sono intorno, lo baciano sul becchetto dorato, lo abbracciano, lo ringraziano e lo acclamano come un eroe, mentre le paperine gli infilano nel becchetto una cannuccia da cui scorre il miele buono che piace a lui, e gli spalmano su ciò che resta della coda delle ottime pomatine paperili, appositamente preparate, che alleviano il dolore delle beccate ricevute; tutti gli accarezzano il capino, tutti gli stringono le alette.

Entrano il comandante dei gatti, l’airone di pattuglia e il capo dello stormo dei piccioni a complimentarsi per la sua azione coraggiosa, mentre dalle finestre le gabbianelle lo applaudono battendo i becchi contro il vetro, i ragnetti lo salutano oscillando dal davanzale di fronte, le lumachine scrivono un saluto sul muro con la loro scia scintillante, le coccinelle saltellano sulla groppa delle cavallette, e…

…nella stanza si sparge un profumo intensissimo di rose, e una nebbiolina leggera, che diventa a poco a poco una luce soffusa, si diffonde nella stanza: tutti i paperi sanno che cosa significhi, e tutti se ne rallegrano; si diffonde una voce per la stanza, ammirata e felice: “la Fata del Lago… la Fata del Lago…”

E’ lei, infatti, e sorride a tutti i paperini e alle paperine, all’airone, ai piccioni, al comandante dei gatti, ai ragnetti, alle coccinelle, alle lumachine e alle gabbianelle; ma soprattutto, sorride a Comandino (non si può descrivere la Fata del Lago: anche confrontando molte testimonianze, ognuno la ricorda in un modo diverso, e ognuno sembra descrivere una Fata diversa. Le possibilità sono tante: o la Fata del Lago appare a ciascuno come la cosa più bella che egli conosca; oppure, la Fata del Lago è in realtà una miriade di Fate del Lago, una per ogni paperino; oppure, ancora, la Fata del Lago è più bella di ogni possibilità di descrizione, e nessuno sa descriverla come dovrebbe; ma non ha importanza):

“Comandino” dice la sua voce melodiosa, che sembra il fruscio delle canne sulla riva del lago nelle notti serene, quando la brezza è un soffio e la luna piena rischiara l’acqua che appena si increspa “Comandino caro, oggi hai meritato la gioia… hai offerto il sottocoda ai becchi delle anatre per il tuo canneto, da vero eroico paperino… ora dormi, Comandino: domani, e quando ti sveglierai, sarai grande e bello e lucente, tutto argentato come la luce della luna, e tutto il lago sarà in festa per il nuovo Capocanneto di Garda Est: Comandino il Saggio, che domani prenderà possesso del suo canneto, e lo governerà saggiamente per tanti e tanti anni…”

Comandino vuole dire mille cose, e mille altre si agitano nel suo piccolo cuoricino di papero – ma già dorme, felice, con la codina all’aria.