mercoledì 26 marzo 2008

15. DISCUSSIONE CON LA SIG.RA BRUTOLA, MAESTRA DEL CANNETO, SULLA MIA SCARSA SENSIBILITA' DIDATTICA - CON INTERVENTI DI COMANDINO




Nelle foto Paper: 

1. La Sig.ra Brutola, Maestra della Scuola Grande del nostro Canneto,

mentre fa lezione.

2. Brioscino e Trippolo nella scatola dei biscotti.

3. La Sig.ra Brutola con Marcellotto, suo allievo


La Sig.ra Brutola, tanto per cambiare, è preoccupata: dopo che Brioscino si è ammalato ed è guarito, prima mi sono appaperato io, e adesso mi sono anche ammalato, e la Scuola Grande è ancora ferma; il programma non va avanti! I paperini non studiano niente! Soprattutto in aritmetica, siamo ancora al programma di prima! Ma è possibile? Ma come si fa?

In effetti, i paperini mi sono tutti intorno: Brioscino sta con me sotto le coperte tutto il giorno, e non dico che stia zitto, ma insomma: quasi. Ha rinunciato alla marmellata, per oggi, e sbocconcella con me fettine biscottate senza nulla nel tè con il limone – il che, per lui, è un sacrificio enorme. Inutilio, finalmente, si sente utile, perché le sue possenti alone sono della misura giusta per portare il termometro e le pasticche per la febbre: sentendosi utile, ha il sorriso perennemente stampato sul becco e un’aria trasognata che non gli avevo mai visto; così, mi misuro la febbre ogni quarto d’ora, il che, francamente, è un po’ scocciante; ma lui è davvero contento. Trippolo e Becchetto giocano, ma senza fare rumore; anche le paperine hanno abbassato il volume della conversazione. Insomma, Sig.ra Brutola, non sono cose importanti, queste? I paperini imparano a rispettare chi sta male, a fare qualche sacrificio, a giocare senza fare rumore – non è bene che lo imparino, questo? E quando, se non quando uno di loro sta male? (o quando sto male io, che, alla fine di tutto, sono pur sempre il Capocanneto!).

E’ vero, con l’aritmetica siamo abbastanza indietro: non è che io, come capocanneto, mi disinteressi di queste importantissime cose; so perfettamente che è così. Certo, però, che l’aritmetica paperile è molto complicata; e poi, mi sembra che ecceda le necessità dei paperini, i cui calcoli sono sempre molto approssimativi. 

Non si arrabbi, Sig.ra Brutola: non ho detto che voglio abolire la Scuola Grande, né che desidero allevare schiere di paperini ignoranti e anatrosi: nessuno meno di me vuole questo, e se lei non si arrabbiasse così lo capirebbe da sé. No, Sig.ra Brutola, non voglio assecondare le tendenze paperili al disimpegno e all’ozio,

e invece sì, che vuole! Basta guardare

come si comporta con il salamino giallo:

diseducativo, pedagogicamente scorretto: molto sbagliato.

Ma io Comandino, forse, questo l’ho già detto: 

comunque, anche se l’avessi già detto,

farei bene a ripeterlo, perché le cose stanno esattamente così. Ed era ora

che qualcun altro glielo dicesse! Finalmente!

E non è vero che voglio la fine della millenaria cultura paperile; solo, le faccio notare che in questa situazione, cioè quando uno dei paperini sta male e tutti gli altri sono lì con lui, lei può conoscere meglio i suoi paperini, può parlare con loro… non ho detto far lezione, ho detto parlare: lo so anch’io che non si può fare lezione, ma si può dialogare con i paperini, ed educarli parlando con loro, giocando anche… sì, esattamente: giocando… come vuole che si fidi di lei un paperino, se lei non ci gioca mai? Come vuole che l’ascolti? …lo so, ascoltare è il suo dovere, va bene, posso anche darle ragione su questo… ma insomma, se il paperino ascolta volentieri, non è meglio? E poi, l’aritmetica del canneto, effettivamente, è complicata… non sto dicendo che non va insegnata più, Signora, non mi fraintenda… sto solo dicendo che ci vuole tempo…

 Vieni, Brioscino, facciamo un esperimento… no, la Sig.ra Brutola ce l’ha con me, non con te… non preoccuparti, quando le è passata le parliamo… allora, Brioscino: proviamo a contare i biscotti nella scatola di latta… ho detto contare, non mangiare… così, uno a uno, con l’aletta… Quanti ce ne sono?

“Oggettivamente, abbastanza…”

Cioè, quanti?

“Uffa, lo sai che a contare mi stufo… di fatto, ce n’è abbastanza: e si vede benissimo a occhio, basta guardare… anche per me e Becchetto ce n’è abbastanza… e anche per Trippolo, oggettivamente, perché lui tanto i biscotti non li mangia e mangia i prosciutti e i salami che ha nascosto nel cassetto vicino al frigorifero, e crede che tu non lo sai… se invece viene anche il Còntolo Soldini, a mangiare, allora no che non ce n’è abbastanza e bisogna che tu ce ne metta ancora… se viene solo a contare, invece, ce n’è abbastanza… ma non credo: lui mangia, di solito… e quindi non ce n’è abbastanza…”

No, Sig.ra Brutola, non voglio la rovina del canneto… solamente, Brioscino non ha torto: quanti ce ne sono, cioè se ce ne sono abbastanza o no, dipende da chi viene a mangiare e da che intenzioni ha… direi, anche, dipende da quanta fame ha… e non è lo stesso se farcisce i biscotti con la marmellata, o se li mangia così come sono, cioè senza farcitura, perché allora ne mangia di più, ma non è detto che li mangi più volentieri… e ogni paperino ha i suoi gusti e le sue preferenze… è questo che volevo farle notare… no, Signora, non ce l’ho con lei… la prego, non faccia così…

Tutta la mia solidarietà, Sig.ra Brutola:

sapesse, io Comandino, come la capisco!

Che mondo! Che tempi!

Dove andremo a finire? Mah!

 

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