Nelle foto Paper:
1. La Sig.ra Brutola, Maestra della Scuola Grande del nostro Canneto,
mentre fa lezione.
2. Brioscino e Trippolo nella scatola dei biscotti.
3. La Sig.ra Brutola con Marcellotto, suo allievo
La Sig.ra Brutola, tanto per cambiare, è preoccupata: dopo che Brioscino si è ammalato ed è guarito, prima mi sono appaperato io, e adesso mi sono anche ammalato, e la Scuola Grande è ancora ferma; il programma non va avanti! I paperini non studiano niente! Soprattutto in aritmetica, siamo ancora al programma di prima! Ma è possibile? Ma come si fa?
In effetti, i paperini mi sono tutti intorno: Brioscino sta con me sotto le coperte tutto il giorno, e non dico che stia zitto, ma insomma: quasi. Ha rinunciato alla marmellata, per oggi, e sbocconcella con me fettine biscottate senza nulla nel tè con il limone – il che, per lui, è un sacrificio enorme. Inutilio, finalmente, si sente utile, perché le sue possenti alone sono della misura giusta per portare il termometro e le pasticche per la febbre: sentendosi utile, ha il sorriso perennemente stampato sul becco e un’aria trasognata che non gli avevo mai visto; così, mi misuro la febbre ogni quarto d’ora, il che, francamente, è un po’ scocciante; ma lui è davvero contento. Trippolo e Becchetto giocano, ma senza fare rumore; anche le paperine hanno abbassato il volume della conversazione. Insomma, Sig.ra Brutola, non sono cose importanti, queste? I paperini imparano a rispettare chi sta male, a fare qualche sacrificio, a giocare senza fare rumore – non è bene che lo imparino, questo? E quando, se non quando uno di loro sta male? (o quando sto male io, che, alla fine di tutto, sono pur sempre il Capocanneto!).
E’ vero, con l’aritmetica siamo abbastanza indietro: non è che io, come capocanneto, mi disinteressi di queste importantissime cose; so perfettamente che è così. Certo, però, che l’aritmetica paperile è molto complicata; e poi, mi sembra che ecceda le necessità dei paperini, i cui calcoli sono sempre molto approssimativi.
Non si arrabbi, Sig.ra Brutola: non ho detto che voglio abolire la Scuola Grande, né che desidero allevare schiere di paperini ignoranti e anatrosi: nessuno meno di me vuole questo, e se lei non si arrabbiasse così lo capirebbe da sé. No, Sig.ra Brutola, non voglio assecondare le tendenze paperili al disimpegno e all’ozio,
e invece sì, che vuole! Basta guardare
come si comporta con il salamino giallo:
diseducativo, pedagogicamente scorretto: molto sbagliato.
Ma io Comandino, forse, questo l’ho già detto:
comunque, anche se l’avessi già detto,
farei bene a ripeterlo, perché le cose stanno esattamente così. Ed era ora
che qualcun altro glielo dicesse! Finalmente!
E non è vero che voglio la fine della millenaria cultura paperile; solo, le faccio notare che in questa situazione, cioè quando uno dei paperini sta male e tutti gli altri sono lì con lui, lei può conoscere meglio i suoi paperini, può parlare con loro… non ho detto far lezione, ho detto parlare: lo so anch’io che non si può fare lezione, ma si può dialogare con i paperini, ed educarli parlando con loro, giocando anche… sì, esattamente: giocando… come vuole che si fidi di lei un paperino, se lei non ci gioca mai? Come vuole che l’ascolti? …lo so, ascoltare è il suo dovere, va bene, posso anche darle ragione su questo… ma insomma, se il paperino ascolta volentieri, non è meglio? E poi, l’aritmetica del canneto, effettivamente, è complicata… non sto dicendo che non va insegnata più, Signora, non mi fraintenda… sto solo dicendo che ci vuole tempo…
“Oggettivamente, abbastanza…”
Cioè, quanti?
“Uffa, lo sai che a contare mi stufo… di fatto, ce n’è abbastanza: e si vede benissimo a occhio, basta guardare… anche per me e Becchetto ce n’è abbastanza… e anche per Trippolo, oggettivamente, perché lui tanto i biscotti non li mangia e mangia i prosciutti e i salami che ha nascosto nel cassetto vicino al frigorifero, e crede che tu non lo sai… se invece viene anche il Còntolo Soldini, a mangiare, allora no che non ce n’è abbastanza e bisogna che tu ce ne metta ancora… se viene solo a contare, invece, ce n’è abbastanza… ma non credo: lui mangia, di solito… e quindi non ce n’è abbastanza…”
No, Sig.ra Brutola, non voglio la rovina del canneto… solamente, Brioscino non ha torto: quanti ce ne sono, cioè se ce ne sono abbastanza o no, dipende da chi viene a mangiare e da che intenzioni ha… direi, anche, dipende da quanta fame ha… e non è lo stesso se farcisce i biscotti con la marmellata, o se li mangia così come sono, cioè senza farcitura, perché allora ne mangia di più, ma non è detto che li mangi più volentieri… e ogni paperino ha i suoi gusti e le sue preferenze… è questo che volevo farle notare… no, Signora, non ce l’ho con lei… la prego, non faccia così…
Tutta la mia solidarietà, Sig.ra Brutola:
sapesse, io Comandino, come la capisco!
Che mondo! Che tempi!
Dove andremo a finire? Mah!
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