

Nelle foto Paper:
1. e 2. Scene di vita scolastica
nella Scuola Grande del Canneto.
3. Il Canneto Garda Est
(del quale il mio è una Delegazione di Sotto-Canneto)
In ogni Canneto, quali che siano le sue dimensioni, funziona una Scuola Grande per i paperini: la chiamiamo Grande non perché lo sia, in realtà, ma perché è una cosa bella andare a scuola, ed è un bene che i paperini ci possano andare.
Chissà, tante cose possono accadere: una mareggiata può distruggere un canneto di estuario, e così i paperi di mare e di fiume devono migrare verso un lago; o un attacco di anatre devasta un canneto di lago, e bisogna ripiegare verso un fiume. Oppure, un’onda più alta delle altre porta via la paperina che ami, e tu la vedi ormai al largo, contro la sua volontà, sfinita, e sai che non potrà tornare più; oh, tante cose possono capitare! Qualunque cosa accada, un giorno dopo l’altro, stagione dopo stagione, da un lago a un fiume o da un canneto a un altro, la nostra lingua e la nostra poesia paperese, il nostro canto paperile - così bello e dolce, quasi triste, molto allegro a volte, ma più spesso malinconico, fatto di lontananze e onde, di spuma di lago e di fiume, di un oscillare leggero di cime di canna lacustre - ecco, questa è la nostra patria.
Abbiamo una casa, nel folto di un canneto, perché abbiamo una lingua e una poesia, perché abbiamo una storia: e possiamo riconoscerci l’uno con l’altro. Per questo la Scuola del Canneto è detta Grande.
L’educazione di un paperino non è una cosa semplice: ci vogliono almeno tre anni di corso, più una vita di esperienza. In genere, le materie del primo anno sono:
LINGUA E POESIA PAPERESE
Ne abbiamo già parlato, ma ci torneremo sopra. Ci vuole un discorso a parte, e dunque ne parliamo assieme a Bontà di paperino e a Povertà e pazienza: infatti, sono materie strettamente legate l’una all’altra.
MIMETISMO ANTI-ANATRA
E’ il primo grado della costante strategia anti-anatra: se l’anatra non ti vede, non ti becca – e dunque, se puoi, non ti far vedere. Se vuoi salvarti il sotto-coda, intendo. Ne riparleremo.
GEOGRAFIA DEL LAGO E DEL CANNETO
E’ importante la conoscenza degli altri canneti, a partire dal proprio lago: l’educazione dei paperini cura moltissimo questo aspetto.
Così, accogliendo paperi di altri canneti, chiunque ha qualcosa di cui parlare: a chi arriva, in genere, fa piacere constatare che il proprio canneto è conosciuto anche là dove è appena arrivato. Ciò può dare molta consolazione.
Ma anche per chi arriva, poter mostrare di conoscere già il canneto a cui è giunto, almeno di fama, può essere un buon modo per dimostrarsi amico fin dal primo istante.
Inoltre, così si evitano figuracce (ogni canneto ha usi e costumi tutti suoi, benché compatibili con quelli degli altri) e ci si ambienta prima.
Ma anche per un papero che vivesse in un canneto tranquillo, com’è questo di ********, si tratta di conoscenze importanti: il mondo è grande, e i laghi e i fiumi sono molti; ogni canneto ha una propria storia, una propria sensibilità, un proprio modo di vedere le cose e di vivere la vita di ogni giorno – e c’è sempre da imparare.
La sera, mentre la brezza dell’estate muove le cime delle canne lacustri – come sono belli i canneti in riva al lago! Folti e accoglienti, sicuri, alti e slanciati sulle rive dell’acqua che li raddoppiano in altezza, specchiandoli: la poesia paperese è piena dei loro elogi – la sera, dicevo, mentre la brezza soffia leggera e fa vibrare le canne lacustri, armoniosamente, sommessamente, si leva in accordo perfetto la dolcezza del canto paperile.
Non si può spiegare a parole: si può dire soltanto che il canto accompagna la vita del paperino, e gli dà coraggio ogni volta che serve. Gli dà anche allegria mentre esce a cercare del cibo, o mentre nuota tranquillo con un amico di sempre, senza una meta; e ravviva le conversazioni tra i paperini, che finiscono spesso in un canto a due voci o anche di più.
Non è difficile ascoltarlo: segue, in genere, l’intensità e il ritmo del vento, e si accorda nel tono al tremolio delle canne. Per questo, cambia più in rapporto alla stagione che altro: più quieto d’estate, quando il lago non è più mobile di un prato all’inglese; più teso e ritmato d’inverno, quando il lago è agitato dal vento del nord, e tutto il canneto è nel freddo. La brina che si forma sulle canne, nei giorni più rigidi dell’anno, non spegne il canto paperile: anzi, lo rende più puro. Così risuona un cristallo quando incontra un altro cristallo: tintinna, e rintocca a lungo, acuto, nell’aria. Incanta a sentire.
STORIA DEL CANNETO
Di solito, un paperino ancora piccolo non riesce a credere alla cattiveria delle anatre: gli sembra insensata e impossibile, ed è per questo che in Storia del Canneto vanno tutti male, al primo anno. Assalti di anatre, anatre in caccia… tutto questo li lascia perplessi.
La Storia del Canneto, però, è fatta di ben altro: paperi eccellenti, azioni generose, canneti fiorenti e non solo: crisi di paperi, anche: difficoltà nel mutare la vita – ogni giorno, si sa, si deve scegliere il bene. Perché i paperini, sapete, sono molto imperfetti.
Forse, anche per le anatre è questione di scelte ripetute, di errori – ma su questo, è Lord che riflette, e da tempo immemorabile, come già altri paperi prima di lui: e Lord, prima o poi, ci dirà che cosa ha pensato.
DISCIPLINA DEL CIBO
Ne riparleremo.
GIOCO CON ALTRI PAPERINI
Fondamentale: chi non gioca in compagnia, o è un’anatra o è una spia. Lo sanno tutti!
La predisposizione al gioco è un tratto fondamentale per riconoscere un papero. Per giocare in compagnia, sono necessari:
- senso dell’umorismo;
- gioia di stare con gli altri;
- generosità;
- stima del prossimo;
- disponibilità a ridere di sé;
- capacità di perdere senza sentirsi umiliati;
- capacità di vincere senza umiliare nessuno (per questo, i paperini preferiscono giocare a coppia o in squadra, e non fanno quasi mai giochi competitivi: nessuno vince e nessuno perde, anche se c’è chi fa meglio e chi fa peggio: ma tutti si divertono un sacco, e ciascuno contribuisce alla buona riuscita del gioco);
- senso del divertimento altrui e del proprio;
- leggerezza e decisione (non so perché, ma nel manuale del papero sta scritto esattamente così. Forse è perché bisogna essere decisi per poter essere proprio leggeri: penso agli atleti degli sport all’asciutto, alle ragazze che danzano a tempo, ai pattinatori, ai ginnasti sulle parallele o nel corpo libero; e al nuoto sincronizzato. E’ difficile che il manuale del papero dica sciocchezze).
Le anatre, invece, non giocano mai. Non hanno nulla di tutto ciò che servirebbe a giocare; in particolare, non hanno il senso dell’umorismo. E se manca quello…
I paperini, comunque, giocano tra loro per tutta la vita. Anche io e la Sig.ra ***** lo facciamo.
NUOTO ORDINATO E DIVERTENTE
E’ una variante del Gioco con altri paperini, e lo si può vedere bene all’inizio della primavera, quando, sull’acqua tranquilla, si vedono file ordinate di paperini che nuotano sottocosta seguendo la mamma, o la maestra (chi sta all’asciutto fa un po’ fatica a distinguere).
FANTASIA PAPERILE
Ne riparleremo.
BONTA’ DI PAPERINO - POVERTA’ E PAZIENZA – LINGUA E POESIA PAPERESE
Di queste tre materie vorrei parlare assieme: meritano un chiarimento immediato e radicale, altrimenti si rischia di fraintendere del tutto l’animo dei paperi.
Ma è decisamente meglio che ne parliamo nel capitolo seguente.
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